Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.(CIT) Eleanoor Roosvelt...

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mercoledì 8 ottobre 2014

Ultratrail degli Eroi 2014 l'alba,il mukkaback il Lupo e Cappuccetto Rosso...

Precedentemente pubblicato da RunLovers.it


80 km e 4000D+… possono sembrare una pazzia e invece no, È l’Ultratrail degli Eroi, percorso allargato del già famoso Trail degli Eroi, un viaggio dedicato a chi non si accontenta di percorrere in lungo e in largo il Monte Grappa tra le trincee e i colli Sacri, ma che vuole arrivare a correre fin sulle creste delle prealpi trevigiane, luogo privilegiato per ammirare il nero profilo delle dolomiti che si staglia su di un cielo dipinto dalle sfumature del rubino di un’alba che sembra uscita da una foto del National Geographic.

Alle 3 del mattino mentre una tromba intona un silenzio militare da pelle d’oca, armeggio impazzito con uno dei due bastoncini telescopici che non ne vuole sapere di fissarsi in posizione, “Fulmine della Notte” (classico mio compagno di avventura) mi sussurra di lanciarli al di là delle transenne, Claudio mi dice “Nooooooo 80 km senza bastoncini nooo” ultime note, musica OFF, lo speaker pronuncia “Quattro secondi al via”, Tre, Due, “Klik” bastoncino agganciato, Uno…….. Viaaaa!!!!!!!!


Breve girotondo di un km sul bitume per scremare il gruppo e scaldare le gambe, al secondo km, un boscoso single track presenta a ciascuno di noi colei che ci porterà a braccetto per i prossimi 78 km: la fatica! 4 km di salita e 600 D+ intervallati da qualche radura che lascia correre gli occhi fino alle luci dell’addormentata pianura, buio e silenzio, non si spreca un solo respiro.
Attorno al decimo km la corsa abbandona il bosco, non c’è luna, il cielo è un scintillare di stelle, poesia, il sentiero serpeggia ondulato tra i prati, acquistando altimetria fino ai 1770 m  del maestoso sacrario di Cima Grappa, il volontario al posto di controllo ha lo sguardo estasiato e fisso alle nostre spalle,dove una miriade di frontali si rincorrono ricamando il profilo delle creste che dominano sulla pianura… È solo l’aperitivo degli effetti speciali che ci travolgeranno in questa fantastica location.
Breve ristoro, (sempre e solo idrico come tutti gli altri) accanto al “Rifugio Bassano”, l’unica eccezione all’imperativo dell’autosufficenza alimentare, è rappresentato da una manciata di pezzetti di gustosissimo formaggio offerto dagli Alpini, quassù padroni di casa e addetti al punto di rifornimento.
Controllo pettorali e giù per la pazza discesa di “Malga Val Vecchia” per andare ad imboccare la magnifica mulattiera di arroccamento del “Monte Boccaor” scavata nel fianco della cima a strapiombo sulla pianura. Stefano dell’organizzazione il giorno prima me l’aveva anticipato… “se passate le gallerie con il buio e con l’alba che carica…” detto fatto, puntualissimi, all’orizzonte il cielo sta prendendo sfumature di rosso giallo e blu indescrivibili, giunti in prossimit‡ della “Vedetta” del “Monte Archeson” la vista che ci si apre dinnanzi è “immobilizzante”… sembra di assistere ad “Un tramonto al contrario elevato al quadrato” esclama Fulmine, ci fermiamo 5 buoni minuti ad osservare il profilo in full HD delle Dolomiti, le nebbie fuligginose che dalle pianure risalgono i neri pendii ai nostri piedi e il sole che sta per incendiare la nera coperta punteggiata di Swarovsky che ricopre le nostre teste… a parole è il nulla ma sono viste che rimarranno impresse a lungo e per le quali la levataccia di mezzanotte è valsa sicuramente la pena!!!

La temperatura è pungente, sarebbe da piantar qui le tende ma né io né Fulmine ne siamo provvisti, la discesa verso il punto vita di “Malga Val Dumela” è tranquilla e a parte qualche svarione dovuto al fatto che le mucche si sono probabilmente mangiate qualche balisa arancione, ci permette di  assistere allo spettacolo del sole che con una colata d’oro investe le cime accendendo i prati e i ghiaioni attorno, mentre noi, nel fondo della valle, corriamo ancora con la frontale accesa… pirotecnico!
Dal punto vita, in qualche km, usciamo dal bosco, in cielo svolazza “la balisa volante” un elicottero arancione che sembra indicarci la via, il sentiero costeggia il “Monte Fontana Secca” per andare a (passatemi il termine assolutamente inventato) “increstarsi” al “Col dell’Orso” prendendo il sentiero dell’Alta via degli Eroi (la E è volutamente maiuscola): km e km di creste con vista a 360° in cui l’unico problema potrebbe essere quello di scordarsi di dare un occhiata a dove si poggiano i piedi. Cima Grappa brilla ad una distanza che da qui sento di definire “incolmabile”, eppure 3 ore fa, eravamo lassù…dalla parte opposta pareti dolomitiche sembrano isole su di un mare di nuvole… no ragazzi va bene, o si corre o si guarda il panorama, non ci potete piazzare viste e panorami da sogno ad ogni scollinamento no???


Alla nostra sinistra i verdi pendii a 100 anni di distanza sono ancora disseminati dei crateri delle bombarde, a malincuore il sentiero ridiscende, non prima di passare nel bel mezzo di un gregge di pecore che si apre a ventaglio al nostro passaggio… “il lupo è tra loro ma ancora non lo sanno… ridacchio con Fulmine. Qualche km di sentiero minato a tappeto dai ricordini delle mucche e incrociamo un “Indiana” ecchecca@@o un “Indiana”?con tanto di abiti tipici che passeggia beata in Grappa in ciabattine senza Muccaback sulle spalle??? Fulmine si ferma e con gli occhi sbarrati mi sussurra un “No dico… l’hai vista anche tu?” propendiamo per un allucinazione collettiva da mancanza di birra, non ce ne preoccupiamo, l’importante è che non ci appaia un elefante dopo la prossima curva o no?
Alla base vita di circa metà percorso (43,3km)  sogno un brodino caldo stile Trans d’Havet o Lavaredo Ultratrail, messi li appposta per riconciliarti con la vita dopo il duro incedere ma niente, acqua, solo acqua, qui sono “ligissimi” all’autosufficenza alimentare… ma il brodino a parer mio rientrerebbe più su un idrico arricchito o no?!?!  mi cambio, e dalla borsa estraggo il mio personale regalino di metà percorso, alla faccia dell’acqua dei ristori, mi scolo una lattina intera di RedBull, mi mangio una pesca e due fette della mia torta energetica, io e Fulmine ripartiamo carichi a mille fantasticando su tempi finali e medie orarie, cannibalizzando la posizione di chiunque intralcia il nostro cammino… da qui alla fine non ci passerà nessuno “Summano Cobras” sta scritto sul nostro petto, garanzia vivente del #NonSiMollaUnCa@@o!!!



Il ritorno fino alle pendici di Cima Grappa per il reinnesto sul vecchio percorso è lungo, panoramico e mai esagerato nella pendenza, numerosi cippi sono a memoria del sangue versato dai nostri soldati a difesa della patria, il ritorno sul tracciato originale mi fa sentire un po’ a casa, da qui alla fine, lo conosco a menadito, percorriamo le creste erbose dei campi di battaglia del “Monte Asolone” fin sul “Col della Berretta”  la cui discesa verso il “Finestron” comincia a presentarmi il conto dello scarso allenamento dell’ultimo periodo… fortunatamente il tratto è breve e il mangia e bevi (su e giù tra il bosco) mi ridà energia, 3 salite alla fine, auguro un “buon appettito” ad una famiglia immersa in un pic nic accanto al verdissimo “Col del Fenilon” altro luogo che merita una vista, da qui nelle giornate limpide si domina la bassa Valsugana e la magnifica Bassano del Grappa… un cinque  ai bimbi che ci salutano e via!

La discesa è morbida, si corre leggeri e inarrestabili, le proiezioni sul tempo finale (non che ce ne freghi un granché) sono da ottima media/km una concorrente impegnata sulla distanza TDE guardandoci il pettorale esclamano “Nooo, ma come fate, avete 70km nelle gambe e correte sciolti come appena partiti?? Vi odio”.  ”Campo Solagna”, arriva “La Bastarda” una salita, così ribattezzata da me e Fulmine per l’asperità della sua pendenza dopo che le gambe si erano oramai abituate ad una discesa morbida, la percorriamo tranquilla, altri sorpassi, ponte di legno e ultimo ristoro… 7-8km alla fine, mi parte un po’ l’embolo, dico a Fulmine che non mi fermo e che proseguo tranquillo, la sola vista di qualcuno che beve mi da il volta stomaco… figuriamoci il mangiare (chiari segnali di crisi). Manca l’ultima breve salita sulle “ristrutturate” trincee di “Col Campeggia”. Fulmine mi raggiunge presto, incrociamo strani personaggi vestiti da fungaioli con un cesto e una torcia elettrica in mano, con Fulmine conciliamo sulla possibilità che fossero probabili cacciatori di Puffi, scolliniamo, da qui alla fine è DI-SCE-SA!

UndiciOreEtreMinutiiiiii “Dai Alvin che stiamo sotto le 12 ore” mi grida un Fulmine che, come un meteorite, si getta nel tecnico sentiero che ci porterà a valle… sono cotto, stracotto, ho i crampi ma solo al cervello, piano ma riesco a correre per tutta la discesa, “lento ma inesorabile” altri sorpassi, a 500m dall’arrivo Fulmine che avrebbe fatto in tempo a farsi un sonno di almeno 10 minuti in mia attesa mi grida “Dai dai, vestiti” io non parlo, biascico, mi esprimo senza usare le E le D le S e le R da quanto sono offuscato. Mi sfilo lo zaino e con i bastoncini, lo affido al mio compagno di avventura, mi tolgo la maglia rossa, rimango a petto nudo stile “Krupicka” (scusate per la bestemmia) per reinfilarmela solo nella fronte, capovolta all’indietro…(et voilà, “avrete così realizzato un fantastico Cappuccetto Rosso fatto in casa” avrebbe esclamato Giovanni Muciaccia durante una puntata di Art Attack”) che detta così è facile ma farlo dopo 79,5 Km e 4000D+ ha assunto attimi da operazione a cuore aperto.

Fulmine mi chiede se penso di farcela, io gli rispondo “A fare cosa? “ah sì, ad interpretare Cappuccetto Rosso, lui  in testa ha una bellissima maschera da Lupo (in onore agli organizzatori “I Lupi Team”) ed io sarò l’altro personaggio della fiaba, “Cappuccetto Rosso” appunto. ”SI SI SI SI DAI ANDIAMO”  sono tornate anche le S e le D nel mio linguaggio, un po’ di ossigeno è tornato ad irrorare la mia corteccia celebrale, il momento di ridividerci i bastoncini per ripartire è drammatico, sono due grigi e due rossi ma il separarli ha la stessa facilità di estrarre il bastoncino dipinto con la spirale blu sotto a tutti gli altri in una partita di Shanghai.
Ripartiamo, risate fragorose ci precedono, gente scompisciata e bambini che ci corrono a fianco accompagnano il nostro arrivo, io grido “AIUTO AIUTO IL LUPO CATTIVO”. Fulmine ringhia, è uno show, standing ovation (posti a sedere non ce n’erano) do il cinque a Davide Zanetti il direttore di corsa, che si complimenta per il siparietto, sono esausto, 11 ore 46 minuti di “Epic Trail”, arrivo fantastico, location e pacco gara sono sempre garanzia di qualità come negli anni precedenti, il percorso Ultra è la ciliegina sulla torta (o era corsa???) su di un percorso già di per sé bello che attraversa luoghi storici che almeno una volta nella vita, “da italiano”, bisognerebbe trovare il tempo di venire a visitare per rendere giusta memoria ai veri Eroi che riposano lassù. Percorso da super tempo per gli sportivi, una manna per gli occhi per tutti gli altri, “l’Ultratrail degli Eroi 2015″ sarà tra meno di 365giorni: ALLENATEVI!!!!


(Photo Credits Martina Vanzo per gentile concessione de “I Lupi Team”)






MEMENTO AUDERE SEMPER... RICORDA DI OSARE SEMPRE

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