Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.(CIT) Eleanoor Roosvelt...

...E i miei sono fottutamente belli (CIT) Paolo Scotti

giovedì 11 settembre 2014

STRAFEXPEDITION 2014 "l'orsetto ricchione e gli uomini dai piedi di balsa"


Storicamente parlando:
 E’ l’alba del 15 Maggio 1916, dall’Adige al Brenta si scatena la più grande lunga e sanguinosa battaglia montana di sempre, è la “STRAFEXPEDITION”con la quale, l’esercito Austroungarico con lo scavallamento dell’Altopiano dei sette comuni, intende invadere la pianura padana… il 23 Maggio, unità nemiche, risalendo dalla sottostante Valsugana, conquistano il nodo centrale dell’intero acrocoro settentrionale, la dorsale di “Cima Portule”, è un disastro, l’altopiano viene travolto, ad Asiago, ridotta ad un cumulo di macerie, sventola il vessillo austroungarico, è soltanto nelle giornate del 15-16-17 Giugno che i nostri valorosi soldati, in tragica ritirata, in un ultima, estenuante, prova di resistenza, sbarrano definitivamente la strada al nemico mettendo la parola fine alla “Spedizione Punitiva”.  6187 morti 28544 feriti e 41101 dispersi, figli di un Italia rimasta miracolosamente appesa per un filo alle ultime pendici del versante SUD dell’altopiano… 



La controffensiva italiana è immediata, al grido “Savoia”, il meglio della gioventù italiana balza dalle trincee e obbliga ad un ripiegamento controllato le truppe d’oltralpe fin sugli inespugnabili baluardi difensivi dei Monti: Interrotto, Moshiagh , Zebio, Colombara, Forno, Campigoletti  e l’ancor più tristemente nota Ortigara. La corsa di oggi ripercorrerà i luoghi che nei successivi 17 mesi di guerra, saranno teatro di infernali battaglie utili solo a riempire lunghi elenchi di caduti,feriti e dispersi, amici e nemici, l’ultra di oggi è dedicata ad ognuno di loro, come è inciso sulla colonna mozza, “monumento ai caduti” a quota 2105m di Cima Ortigara è “Per non dimenticare”.

In Startline Foto di Andreas Gad


7:30 “Passo Vezzena”  luogo balzato agli onori della cronaca locale per le “mascalzonate” dell’Orso Genè che un giorno si ed uno no, fa parlare di sé sbranando mucche a destra e a manca tra gli alpeggi dell’altopiano…


Una tromba  intona “Il Silenzio”… brividi, di freddo e di storia, fumogeni tricolori alimentano la fredda nebbia che persiste in zona partenza, 3-2-1 si parte, volti distesi, grandi chiacchiere tra i più o meno “soliti” compagni di avventura, i primi morbidi km di salita, servono a sgranare il gruppo e a cercare un passo facile.


La cima dello Spitz di Vezzena  corricchiando in una mulattiera, arriva facile, ai nostri piedi, coperti dalle nuvole, si nascondono i laghi di Levico e Caldonazzo, al loro posto oggi c’è un candido mare di nuvole, bellissimo, io e Franky mettiamo in pausa il nostro incedere per scattarci qualche foto:




 



I raggi di sole via via prendono coraggio e la foschia lascia il posto al tipico giornatone estivo ( dell’anno scorso) Fulmine è un Compress-puntino blu, 200m avanti a noi, non ho la minima intenzione di raggiungerlo, sto già navigando ad un 10% di impegno in più del prefissato, Franky non è della stessa idea e mi invita a spingere per andare a prenderlo… so ragazzi, vabbè, mica posso farmi trattare da anziano no? Aumentiamo un po’ il passo e sben, giù in discesa il più rapidamente possibile, i bastoncini mi salvano la vita in un paio di occasioni dopodiché, piazzo giù “LA” magia, spalmo un passo alla Michael Jackson stile moonwalk, scivolando su di un masso, Franky è estasiato, lo pietrifico con un “Tranqui, vecchio, lo faccio sempre” (in realtà il pensiero fu “Orcamuccastogiromecoppo”). 

 

Passa qualche Km e la tecnicità del percorso aumenta in maniera direttamente proporzionale  alla propria panoramicità….. (scusate un attimo, devo bere un bicchiere d’acqua e rileggere, non so da dove mi sia uscita questa)corriamo sempre in cresta FAN-TA-STI-CO, appena passiamo la sommità del “Canalone Barco” che precipita nella sottostante Valsugana, il sentiero prende la via di “Cima Mandriolo” per poi ridiscendere rapido fino al primo ristoro, Franky in discesa mi semina, sorpasso una ragazza, mi grida “Ciaooooo Alvinnnn” 4 secondi di “Ca@@o è? ca@@o è ca@@o è?” Un lampo, “ Ma si, è Giuliaaaaaa B., “Ciaooooo!!!”  


Ristoro, Coca e via, Cima Larici ci aspetta, più si sale e più aumentano i mughi, di Larici quassù manco l’ombra (misteri toponomastici) giù di nuovo in freeride, balise a sinistra e noi a destra nell’erba ripida tra i prati fino a “Porta Renzola”,
 

 L’attacco della salita al” Portule” è di quelle che ti fanno preferire una passeggiata in spiaggia al tramonto, mano nella mano con la propria fidanzata, sorseggiando un mojito  (Fulmine pensiero)  sorpassiamo un tipo conosciuto alle 5 di mattina ad Asiago mentre, confuso, inveiva contro l’organizzazione per la presenza nel materiale obbligatorio della lampada frontale, sbiascicando un: “No perché io l’ho pesata e sapete, 150g in meno, insomma, non sono pochi…” Io e Franky, increduli, facciamo spallucce, il mio compagno di avventura lo liquida con un “…150g… beh, dunque,faccia così: beva tre sorsi d’acqua in meno ad un ristoro dopodichè si porti appresso la frontale ed è a posto sia con il peso che con il materiale obbligatorio” 

 
 Foto di Davide Lista da Cima Larici verso Mandriolo?

L’ascesa a Cima Portule è tecnica e impegnativa, lascio passare avanti Franky, si vede che ne ha, la meglio gioventù, sembra procedere verso la cima verricellato ad un elicottero da quanto i suoi passi sono rapidi e leggeri, mentre io, ogni 50m mi volto a controllare se ho qualcuno verricellato al mio sedere….

 #HoAvutoMomentiPiùFelici!!!!


In vetta incontro l’amico Diego M. mi sistemo la cravatta e mi piazza giù 2-3 belle foto (grazie my friend)


Foto di Diego Maron
                                    

 Da quassù la vista può scivolare lungo il solco della Val d’Assa fino a spaziare su tutto l’altopiano, non ci vuole molto a  capire perché la conquista di questo settore da parte  austroungarica durante la Strafexpedition  fu determinante per tutti i mesi a venire…  dopo 10km, (quasi sempre in cresta) si scende su un sentiero che sembra scalfito da un gigantesco punteruolo, in certi punti ci si deve quasi fermare per capire come mettere i piedi, l’ultima impegnativa ascesa di giornata è li davanti ai nostri occhi…

 Cima 12, foto di Davide Lista

 “Cima 12” sembra un gigantesco, inespugnabile, montagnone, caduto dal cielo, mi sorpassa la terza donna che ridacchia per la mia maschera da Orso infilata tra gli elastici dello zaino e la mia cravatta fucsia a poix gialli...“ca@@o avrà poi da ridere mah??? ;) “ il sentiero  che dapprima raggira  in falsopiano il versante Sud, diventa praticamente una direttissima appena arriva ad imbeccare il sentiero che ci conduce alla sommità, panorama commovente, tanta roba, Franky è fuori dal mio campo visivo, Fulmine  comincia perfino ad uscire dalla mia immaginazione, da quanto mi precede… alla sommità mi godo il panorama e sbevaccio soddisfatto dalla borraccia poco prima di involarmi sulla “devastatissima”  discesa verso il secondo ristoro di giornata al Baito di “Busa delle Dodese”, arrivo proprio nel momento in cui Franky e Fulmine stanno levando le ancore verso il futuro, Fulmine mi grida: “Come va Alvin???” Gli faccio il gesto dell’impiccato e con la manina il segno di andare pure avanti. Mangio un infinità di fette di arancia, mi vien voglia di sedermi ma desisto, mi distraggo un’attimo, rimirando l’elicottero dell’organizzazione  parcheggiato sul prato a fianco… ho un solo pensiero “Ma dove minchia sarà il pilota???”


5 minuti di calma e tranquillità (chiedo in giro… del pilota, nessuna traccia) “piano piano riprendo possesso delle mie gambe” , arrivo alla zona sacra di Cima Ortigara in compagnia di una altro Francesco (“San” forse?), durante l’avvicinamento, mi fa da cicerone, descrivendomi strade, mulattiere e cime che ci circondano, silenziose e impotenti testimoni del massacro di 100 anni fa, dove in 2 km di fronte tra “Ortigara, Vallone dell’Agnella, Monte Campigoletti” , in poche settimane, tra i soli alpini e i soldati della 52°divisione si contarono 3232 morti e 5710 dispersi  da parte italiana  992 morti e 1520 dispersi da parte austro-ungarica… mentre il totale dei feriti tra i due schieramenti ammontò a oltre 24500 soldati… una inutile mattanza per la conquista di una cima un giorno e la perdita della stessa la notte a seguire!!!


Il sole è a picco, nella discesa verso il trentesimo km di Malga Pozze, riesco a correre bene,  recupero qualche posizione,  finalmente il sentiero si fa molto meno tecnico e si riesce ad alzare la testa senza rischiare di inciampare, ai piedi di Monte Forno, c’è un ristoro molto rock, musica,  gentilissime volontarie che incitano e danno la carica a tutti per proseguire, a terra c’è scritto “22km alla fine” mangio altre n-mila fette d’arancia e via, Franky e Fulmine sono 3 o 400m avanti a me, punto al ricongiungimento famigliare e tempo 3 o 4 km li riacciuffo, da lì in poi faremo gruppo, nella salita verso “Casara Zingarella” ci sorpassa la quarta donna, la stanchezza affiora e le cazzate con le quali “inquiniamo” l’aria, alleviano la situazione.


A qualche centinaio di metri dalla “Lunetta dello Zebio” è situato l’ultimo ristoro, al nostro trio si aggiunge anche Davide, “come dove e quando” l’abbia conosciuto, non ne ho la più pallida idea, ma lui mi conosce e per me può bastare… ma aspetta… ecco si, Davide, Davide, Davide… caspita, ma si che lo conosco, ma come fa di cognome?… no no,non glielo chiedo, mi verrà pure in mente no? Il volontario ci fa presente che siamo oramai a 10 km dall’arrivo e a parte altri due tratti di salita ormai è fatta, sui “due tratti di salita” Fulmine condensa un “perbacco”, un “perdindirindina” un “accipicchia” ed un “eccheccavolo” in sole due parole (qui non ripetibili) è un mago della sintesi!


Gambe in spalla e si riparte,5 km alla fine, alterniamo stradina sterrata a brevi tagli tra il bosco,  ad un km dalla zona dei cimiteri di guerra del Moschiagh seguo Davide di qualche metro e gli grido un “LISTAAAAAA” Davide si volta con na faccia come dire “No ma che tipo di problemi mentali ti assalgono?”  ridacchio e gli spiego che erano un paio di km che mi spremevo la testa pensando al suo cognome per non pensare alla discesa… “MASSIMA SODDISFAZIONE”  (ognuno ha i suoi trucchetti per farsela passare.)


Forte Interrotto, dai su, ci siamo, radio corsa diceva che dall’incontro con l’asfalto ci avrebbero separati soli 2,5 km dalla fine,  ma, cosa vedono i miei occhi???? L’asfaltooooo ,eccolo lì, eccolo lì eccolo lì, NOOOOOO giriamo a sinistra “precipitevolissimevolmente” tra il bosco, mancano ancora 3km  con 350m d- Fulmine brontola, usciamo tra i prati, cerchiamo di depistarci tra di noi sparando a caso sull’ubicazione del gonfiabile d’arrivo, io dico “Al campanile” uno dice “All’Ossario”, il cielo si è fatto cupo,  su di noi si scatena una pioggia "a secce roverse"(è un modo di dire libico), Davide indossa la giacca, io Franky e Fulmine piuttosto di ritardare di un minuto la fine di questa epica Ultratrail  ci faremo sparare alla nuca, quindi optiamo per la doccia rigenerante, arriviamo sull’asfalto, la strada si fa fiume, “IL METEO.shit” titola “Bomba d’acqua su Asiago” io e Fulmine prepariamo le maschere da Orso in onore di Genè, la cravatta e il papillon, parrucca fucsia e mitraglietta per Franky, 2-300m all’arrivo, pubblico in delirio, 5 ai bambini,  applausi scroscianti per la nostra “mise”, salto a piè pari come Peppa Pig sulle pozzanghere, FI-GA-TA!
  Docciatissimissimi, “Moji sbombi,come arni”(i veneti capiscono), ultima curva, Finish Line, pubblico riparato sotto ai terrazzi, Davide, Alvin Yoghi, Fulmine Bubu e il Ranger Franky tagliano l’atteso traguardo dopo 7 ore e 56minuti saltando con un balzo il gonfiabile d’arrivo (non dite a nessuno che era a terra ed afflosciato). Si chiude una grande STRAFEXPEDITION… inaspettatamente tecnica e impegnativa e  se la prima edizione è stata stellare, attendiamo con ansia il 2015, ne varrà ancor di più la pena!!!


                        Io e Franky in modalità MAISTRACK superhero Summano Vertikal


Fulmine, Roby, Franky, me.

MEMENTO AUDERE SEMPER... RICORDA DI OSARE SEMPRE

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