Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.(CIT) Eleanoor Roosvelt...

...E i miei sono fottutamente belli (CIT) Paolo Scotti

lunedì 28 luglio 2014

Apripista alla Trans d'Havet 2014 "Running a CANNONE in the storm"



No no amici, non c’è un ca@@o da ridere!!!

A 6 km dall’arrivo ero primo, chiarissimamente primo…. Come dite? Ah si, è vero, non ero in gara, facevo l’apripista ed ero partito almeno 2 ore forse 3 prima del passaggio dei primi concorrenti… ok ok, sono le solite bazzecole che usate per sminuirmi, ma se stiamo lì a guardare tutto allora…

Ore 4:00 Pian delle Fugazze (1163m), sono l’ultimo apripista a partire in solitaria per il controllo del balisaggio della seconda parte della Trans d’Havet, gara di 80km e 5900m D+  nelle piccole dolomiti… in teoria dovrei solo distendere il tappeto rosso ai Top runner che presto, secondo i miei calcoli, faranno un sol boccone della mia fuga solitaria ma finacchè non avranno il mio scalpo, la correrò: #ComeNonCiFosseUnDomani!!!!

Saluto i volontari della Protezione Civile che stanno allestendo il ristoro sul passo che divide il Veneto dal Trentino Alto Adige, mi incammino verso selletta Nord Ovest, il meteo come da previsioni non è dei migliori, un acquazzone mi da il benvenuto da subito nella prima salita, il bosco di faggi è spettinato dai primi scrosci di pioggia, il kway non serve ancora, ai 1600m si scollina, inizio lo stretto sentiero in discesa che nei giorni di sole ti “smeraviglia” davanti agli occhi la vallata con la “Strada delle Sette Fontane” e tutto il gruppo del” Carega”. Il “Monte Cornetto”, con il gruppo del “Sengio Alto”, fanno da barriera alle nuvole che dal versante Est  vogliono saltare all'Ovest a riposarsi e distendersi  sui prati sottoforma di nebbia... Nella vallata, è calma piatta, in discesa mi fermo per “tirare le orecchie” alla ricerca di qualche rumore esterno alla mia corsa…  il nulla, è un silenzio che mi riempie le orecchie, è :“La quiete, prima della tempesta”, faccio un bel respiro e mi tuffo in discesa tra la fitta nebbia, sui prati verso Malga Boffetal , corro bene finchè ci vedo, il sentiero si allarga su una vasta radura, non si vede a più di 10m di distanza, la luce della frontale crea uno schermo bianco a 4-5m dalla punta del naso, l’erba è poco calpestata, perdo l’orientamento (la ragione no, quella latita da un pezzo) non vedo fettucce segnaletiche, vedo solo coppie di grandi occhi luccicanti che brillano a una trentina di metri dinnanzi a me… “Oddio gli alieni “esclamo, no, non sono loro e fortunatamente non sono nemmeno gli orsi M1-2-3-5, amici del più famoso M4 che scorrazza sull’altopiano di Asiago facendo incetta di Mucche, trattasi di semplici erbivori appartenenti alla specie "Bos Taurus" (Vacche), ghiottissime a quanto pare di balise… (Presto su Voyager un interessantissima puntata diretta da Sandro Giacobbo sul perché le Mucche del Boffetal si nutrano avidamente dele fettucce colorate!!!).

 Zero riferimenti visivi, cammino in una direzione il più logica possibile (a caso) e mi imbatto su una fettuccia a una settantina di metri di distanza dalla precedente, evidentissima  con Sole, 22° umidità del 58% e leggera brezza da ovest alle 16 di un qualsiasi estivo martedì pomeriggio, ma invisibile, con la nebbia e il buio momentanei, così, visto che ne sono forbitamente provvisto,  ingrano la retro e butto giù altre 3-4 fettucce, cantando la ninna nanna alle mucche, sperando che  non le rimangino e si riaddormentino beate….

Al 5°km, breve discesa e… “Cristo Santo sto calpestando l'asfalto", al di là del bitume e del muro di nebbia, un'unica fioca luce, segnala il dormiente “Rifugio Campogrosso” 1456m, la voce di un volontario con un “Oh” coglie la mia attenzione, gli comunico di essere l’ultimo apripista, 200m dopo il Rifugio, scorgo due frontali incerte al di là del filo antimucca che costeggia la strada, gli grido un “Eih” (prima che faccia giorno avrò sicuramente imparato tutte le vocali me lo sento)  una luce si avvicina, sono altri due dei 300 e più volontari sul tracciato, mi dicono che devono raggiungere la postazione n°26 ma che non trovano il sentiero per la nebbia, gli chiedo se abbiano visto balise al di là della recinzione e li invito a tornare al di qua del filo e a seguirmi fino al cancelletto perfettamente balisato  100m più avanti.

 5 in punto, le cataratte del cielo si spalancano di colpo, è un nero diluvio, è ancora buio pesto, mi infilo sotto ad un mugo per indossare l’antipioggia, il tempo di sfilarmelo dallo zaino e sono fradicio, la visibilità sul "Boale dei Fondi" non va oltre i 5-10m, sorpasso 3 del soccorso alpino destinati alla postazione di “Bocchetta fondi”, il ticchettio della pioggia sul cappuccio del Kway, viene surclassato solo dal rumore di qualche sasso che ogni tanto si sente rotolare da qualche parte, al di là del muro della frontale senza percepirne provenienza e direzione. 

#TogliamoilCu@oDaQuiilPrimaPossibile

 Il balisaggio  fortunamente è ottimo, non ci sono punti di riferimento a parte i sassi sotto ai piedi, la salita passa veloce, prendo il più rapidamente possibile l’esposto tratto semipianeggiante tra i 2040m di Bocchetta Fondi e l’attacco della salita al Rif. Fraccaroli, grandina fino ma in maniera sconsiderata, le raffiche di vento frontali  riescono a sfilarti perfino il cappuccio della giacca, i fulmini fortunatamente sono ancora lontani, sono quasi le 6, l’alba se l’è presa comoda stamattina… la statua del Grifone lungo la mulattiera costruita dagli austroungarici nella grande guerra è spettrale, arrivo ai 2230m dove il sentiero  a 30m dal Rifugio Fraccaroli curva a sinistra e scende, della costruzione, nessuna traccia, solo il crepitio della grandine sulle lamiere del tetto ne segnala una probabile presenza, la nebbia per qualche attimo sembra levarsi con il vento ma appena si salta dal sentiero 108 al 108 Bis nel “Vallone della Teleferica” si ripiomba nel bianco abbagliante, sbaglio sentiero, dopo 30 secondi senza veder fettucce, decido di fermarmi e tornare sui miei passi, in salita, dopo un centinaio di metri trovo una fettuccia, ne metto altre 3 tra i mughi, se non ho visto io le balise che non sono un Fulmine (della notte… ndr) figurati i velociraptor che mi braccheranno tra breve… mi fiondo giù ai 1767m di Rifugio Scalorbi , non grandina più ma è come correre su un tapis roullant in un box doccia, un anziano volontario mi guarda stranito mentre sbuco dalla nebbia e gli esce un venetissimo “Ciò e ti? Viento dae nuvoe?” ebbro di me, dopo essere stato confuso per un angelo del cielo con i "Compressport", corro tutti i successivi km tra i 1730m del passo della Lora e della Zevola, ai 1820m di quest’ultimo, “ aria mista a vento” e “acqua mista a pioggia” sono le uniche compagne di viaggio, non uso più la borraccia per bere da Bocchetta Fondi, per farlo basta aprire la bocca “Acqua mista a ghiaccio dal cielo, sgrondante dalla faccia mi sorseggia in bocca… mmm, basterebbe un po’ di menta pestata, rum bianco, zucchero di canna, succo di lime,soda, e sarebbe un mojto coi controca@@i…"

La modifica al percorso con la discesa al Rifugio Bertagnoli (1250m) da Forcella Scagina, è una vera chicca che aggiunge pepe al tracciato, si entra in un sottobosco a tratti cupo, ripido e stretto in un canalone piantumato stile foresta tropicale, il sentiero disegna  stretti  tornanti scalinati, bello e molto divertente, “Rido” (colpa del mojto penso) si risale e si arriva al grigio Rifugio,  un km noioso di strada sterrata e più avanti, sul sentiero verso Malga  Campodavanti(1720m) trovo Darietto, altro apripista (il primo) partito a mezzanotte, se la cammina tranquilla, mi racconta di come abbia perso un ora a rimpiazzar balise sullo stesso punto in cui le avevano mangiate le mucche … (troie) mi chiede dove ho sorpassato gli altri 2 apripista, sgrano gli occhi e gli rispondo “Quali altri 2 apripista???” giungiamo alla Malga, lo saluto, il solo passare dalla corsa, al passo, mi sta congelando, a “Sella del Campetto” ci sono due Panda della P.C,mi fermano e mi dicono che la gara è sospesa, dopo 5 minuti a pensare sul fatto se farmi salire in macchina o no, li saluto e proseguo, la croce di Cima Marana (1545m) è scossa dalla furia degli elementi, scendo per il toboga fangoso a tutta, mi diverto un sacco, “Rido” (sarà ancora il mojto?) accendo la frontale nel tenebroso sottobosco pregno di fango e radici, esco dalla boscaglia pluviale.

 #VoglioUnTergicristalloPerGliOcchi #NonSiVedeNaCippa!!! 

 Malga Rialto (1049m),34,5km percorsi 2888m D+,  5,5km all’arrivo,il sentiero sbuca su un tornante su strada sterrata, GAME OVER, 2 fuori strada della  PC bloccano la via, hanno l’obbligo dalla direzione di corsa di fermare tutti, infilarmi in macchina e riaccompagnarmi a Valdagno, inutile dirgli… “Su dai nooooo, adesso che sono primo nooooo!!!!” corsa fermata, anche per noi apripista, stessa sorte toccherà a Darietto, in macchina dalla radio apprendo dell’incidente sul Pasubio… dove 3 sono stati "miracolati" da un fulmine (non della notte.. ndr) caduto a 3 metri di distanza….  Cose che possono accadere in montagna con il temporale, figuriamoci con 600 persone che sprizzano energia da tutti i pori e 200 volontari in più tra i sentieri esposti… al momento del mio transito in quota, e forse anche successivamente, i fulmini penso non abbiano  mai interessato direttamente il “Carega”, tuttavia la nebbia era fittissima e imperversava una pioggia monsonica… anche in caso di una banale storta, avrebbero dannato non poco i soccorsi per il recupero degli  infortunati…  senza contare la temperatura più vicina ai 5 che ai 10° pericolosa aggravante in caso di fermata obbligatoria!!!

Sospensione Condivisa non c’è che dire, la sicurezza di atleti e volontari viene prima di tutto.

C’è poco da fare, di fronte alla natura, siamo piccoli piccoli, si vocifera comunque che l’organizzazione nel pacco gara del 2015 abbia previsto di inserire un utilissima gabbia di Faraday… in tal caso dei fulmini ce ne infischieremo e ci godremo tutti la poesia della vista delle frontali sul sentiero delle creste e le dolomitiche guglie del Pasubio del Fumante e i Vaji del Carega!!!!

#LungimiranzaA1000!!!
#TDHdaCorrere
 #NonSiMollaUnCazzo
 #AdoroilProfumoDellaGrandineAllAlbaAlFraccaroli


Foto di Skyrunningitalia

giovedì 3 luglio 2014

Lavaredo Ultra Trail 2014 "Pu@@ana che LUT"



All’ingrediente segreto di "Kung fu Panda" e al grande  Taglia, compagno di avventura, realizzatore di gingilli motivazionali, fucina di idee, essiccatore di Birra…
 
 Taglia's creation, personabilizzabili in scritte e tipi


Vederlo all’arrivo balzare come un antilope per venirmi in contro, con una caviglia stile Platinette, è stato il gesto atletico più alto, visto alla “Lavaredo Ultra Trail”… il resto che segue, sono solo chiacchere.

 


VentidueOreQuarantaMinutiCinquantanoveSecondi, tanto ho impiegato  per capire che il traguardo di Corso Italia non sarebbe più stato un sogno ma una bella realtà…  ricordo ancora due anni fa, quando al  di là delle transenne con Drugo, mentre assistevamo alla partenza gli dicevo “No, vecchio, 119km e 5870m D+ di corsa… Questi tizi non stanno bene”  ed infatti, nemmeno io, Taglia e altre 783 persone  non stavamo tanto bene l’altra sera… Fatdaddy poi!!!

Era il 18 Gennaio 2014, qualcuno mi disse “No assolutamene no, sono troppi per te 119km, non ce la puoi fare, non ti puoi iscrivere!!!”…. Fu come tentare di annegare una Menthos dentro ad una bottiglia di Coca Cola, a stento trattenni i miei istinti, fu  il più grande affronto della mia scialba carriera sportiva… il virus "LUT" si propagava in me, il pensiero uno e uno solo!!!


 “Magari strisciando, ma quel fottuto traguardo, a Cortina lo sfondo….”


19:30: Il popolo Ultratrail, campeggiato al palazzetto del ghiaccio di Cortina, si gira all’unisono in direzione di due loschi individui carichi di borse stile Vucumprà il 15  Agosto in spiaggia… Io e Taglia, dobbiamo preparare il "Natural Power", il carburante 0 chimico che ci deve consentire di portare a termine il nostro viaggio… per fare ciò, ci occorrono solamente 3 metri di tavolo, un bilancino di precisione da pusher, infinita pazienza e una grande meticolosità.

 


Taglia caccia fuori una polenta arricchita, io caccio fuori la torta della mamma, contenente pane-latte- uova #FruttaSeccaComeSePiovesse frutti di bosco, pinoli, e qualsiasi altra cosa atta a far aprire il Gas a tempo debito, si insomma, la famosa “Pinza Veneta”… più conosciuta nel vicentino con il nome di “Putana” o ” Macafame”… bruttina a vedersi, poetica nel gusto, atomica nell’energia… 


Diamo spettacolo e ricette a chi ce le chiede, veniamo additati da altri e derisi da molti,  poi, visto il passaggio di un po’ di gnocca, arrivano pure quei farfalloni di Fatdaddy e AlbertoZan... che adesso commenteranno con un “Macchè, non è vero, volevamo solo capire da dove derivassero i vostri problemi mentali!!!

 Pusher's table...
… Bustine, dosi calibrate, siamo spettacolari ma in ritardissimo, impacchetto tutto, mangio la pasta in 280 secondi, volo a cambiarmi, ho lasciato il pettorale in macchina… Taglia in tutto ciò ha la calma dei forti e in francese, gli faccio presente che siamo rimasti solo noi al palazzetto... ”Casso, movate Tagliaaaaaaaa”.


Da qui alla partenza, fluttuo in uno shaker emozionale… ho pochi e vaghi ricordi, preparazione di bevande energetiche, studio attento dei vari passaggi consultando l’altimetria….. 2 ore qua, una e mezza là, paragoni "summaniani", e una certezza: “Taglia… ma 20 ore e mezza per la nostra “SITUESCION” non ti sembrano pochine?… Lui “Ok ok buttiamo su un 10% per la stanchezza ed è fatta” i conti li lascio fare a voi!!!!

22:45, La Startline è gremita, ci sediamo in fondo al gruppo, arrivano gli amici del Summano, Heinz, La Martina, Claudio, Aldo, Carlo, Andrea e Ronnie (tutti impegnati nel bellissimo Cortina Trail del giorno seguente) pacche sulle spalle, grossi in bocca al lupo, sono incredibilmente tranquillo, la strategia è semplice visto gli inguardabili allenamenti degli ultimi 2 mesi, stare con Taglia fino al 65° km e provare a rimanerci nei successivi 54… ma ma, un momento, ma quello è il balisatore della Trans d’havet… “Claudiooooo, Claudiooo” “Ueillà, in bocca al lupo, buona corsa eh!!!”

 


Nell’aria “L’Estasi dell’oro” di Ennio Morricone, diviene “EXTASY PER LORO”  5-4-3-2-1 Gooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!

Si va, il “Sogno” ha inizio, sfilata per una Cortina addobbata a grande evento, sudiamo emozione, incrocio svariati occhi lucidi, sguardi sicuri alternati ad incerti, le transenne per i primi 400m sono tutte un applauso, un vai, un forza! Assorbiamo energia come spugne, potremmo smettere di correre e avanzare ugualmente, da tanto ti spinge l’incitamento del pubblico,  le frontali illuminano la via, la bolgia dei primi metri va via via scemando, sale il respiro, accelera il cuore ma non è ancora salita, ho negli occhi le facce e nelle orecchie le parole dei miei amici al via, il pensiero di ciò che sto iniziando, di quanto l’abbia atteso e di come  vorrei andasse, un sorriso ebete è già venuto ad illuminarmi il viso, non mi abbandonerà quasi mai per le prossime 24 ore, ho tanti pensieri buoni in tasca, motivazione da vendere  sete di kilometri e di  D+… 
Lavaredo Ultra Trail, a noi due!!!


2°km,La Jeep degli organizzatori si ferma dove l’asfalto diviene sterrato, Simone e Cristina dispensano in bocca al lupo a tutti, (Grandi)…. “#UNORASPACCATA”  (come da previsioni)  dopo esser transitati a fianco del grazioso “Lago Ghedina” scolliniamo ai 1800m di Passo Posporcora, giù… km 11, discesa tra il bosco, buio, traffico come alle sei di sera in tangenziale,  "gigioneggio" leggiadro in discesa, 3 posizioni davanti a Taglia, termina la discesa, mi giro e “il Richard Beer dei La Beve D+” non c’è più, inghiottito dall’oscurità, mi volto e mi rivolto, “caspita sono andato giù piano, dove minchia è finito il Taglia?” rallento, mi passano 6-7-8-10 persone, nulla, sparito, “lo aspetterò al ristoro” penso.


Dopo aver attraversato il fiume Boite, il sentiero sale con un tornante, è il posto ideale per dare al vento il compito di cercare il mio compagno di merende, una 50ina di frontali nei dintorni, ci sarà anche lui di sicuro… grido: “Tagliaaaaaa….. Tagliaaaaaa…….. Adrianaaaaa……" (no scusate, quello era un altro Film) "Tagliaaaaa…" “nessuna risposta” in spagnolo esclamo “Ca troia, questo se ga minà”


Corricchio blando, mi passano in altri 20, “Dove cavolo è finito?!?”… Gonfiabile Red Bull, in lontananza, 18°km, primo ristoro, al tavolo delle lattine Grigio-Blu ritrovo Claudio, il balisatore Tdh… mi dice “beviti questa!” “vabbeh, finchè aspetto Taglia, piuttosto di contare tutti quelli che mi sfilano via, me la bevo…” chiedo  al volontario in quanti km dovrebbero spuntarci le famose ali che pubblicizzano in TV ma il tipo scrolla il capo… “PARACULI” penso!

 
 Io e Claudio

Riparto in modalità “Tristezza Infinita”  Taglia: “Non pervenuto”

Al 20°km Claudio mi riacciuffa, è la quarta volta che lo vedo in tutta la mia vita, oggi è la terza, si chiacchera del più e del meno, “Riva del Garda” , “Feste da fare in superterrazzo con amici conosciuti alla LUT”, bambini, figli degli altri, balisaggi, ultrabericus e…. e…. e… “Caspita Claudio ma, dove sono i tuoi amici? Claudio, si volta, spara nomi in aria come traccianti da contraerea, nessuno gli risponde: “ Persi anche quelli” ripartiamo a parlare di “Trans d’Havet, Figata trail, bici strane, Soccorso alpino, Lavoro e..”” Claudio, Claudio, ma, siamo già a Forcella Son Forca (25°km)???” Yeah, giù in discesa, finalmente il gruppo è ben disteso, non si fa più colonna, Claudio mi dice “fermo fermo guarda” mi volto e alla mia destra appare un serpentone di frontali che scendono in discesa dalla forcella, TOP, sembra la pubblicità della CocaCola, quella nella pista da sci, con gli sciatori che scendono zigzagando con le fiaccole… intoniamo un “Vorrei cantare insieme a voi, in magica armoniaaaaa”  Magnifico!!!


Km33, Hotel Cristallo, Federavecchia, visto che la prima non mi ha fatto male, mi sbaffo un’altra lattina di toro rosso, mangiucchio regolare ai ristori e circa 50g di torta ogni ora in corsa, non fa caldo, non fa freddo, 9-10° si sta da Dio, ormai io e Claudio siamo coppia di fatto ma non parliamo ancora di matrimonio, è presto, ripartiamo, chiacchieriamo come le vecchie al mercato,  abbiamo un gran passo, non ci passa nessuno, Claudio per dar morale se ne esce con un “Preparati preparati, il sentiero da qui a Misurina fa veramente cagare” Claudio mi piace, lo senti che non ama i giri di parole… comunque sia,  il sentiero, a pochi km da Misurina, quando il bosco inizia a farsi più rado, ci lascia  intravvedere alle nostre spalle il Sorapis, appena illuminato da un timido sole, albeggia deciso, pochi minuti di corsa e siamo al lago di Misurina, alt Claudio alt, Foto Time!!!

 


  


Inizia la graziosa stradina che bordeggia il lago, i “Cadini” e “Le Tre Cime” si specchiano maestose nelle fresche acque, c’è qualche Hong Kongolese ma io faccio molte più foto di loro “Anche queste sono soddisfazioni"


Qualcuno approfitta dei nostri set fotografici per sorpassarci, inutile dire che i loro cadaveri li abbiamo sepolti  sull’erta che dal Lago di Antorno sale allo sfuggente Rifugio Auronzo ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, probabilmente uno dei luoghi più turistici e meno trail di tutte le dolomiti.

 
   Foto By Maurizio Bellato

 Qui io e Claudio divergiamo sulle scelte, io vado a cambiarmi scarpe maglia e calzini, lui va ad ammazzarsi di caffè al Rifugio, luogo dove con la calma dei forti, arrivo 15 minuti dopo per bere un sublime brodino e cosa più importante aggiornare il mio stato di Face Book con il sottostante messaggio...  giusto perché a poesia sono lì lì che me la gioco con Leopardi.

 



Ripartiamo, sforcelliamo alla "Lavaredo", ai piedi del "Monte Paterno", FOTO FOTO FOTO, muraglie di neve, altri sorpassi e altre future sepolture, poveri, ragazzi, Claudio mi caccia fuori delle chicche storico naturalistiche da panico, spaziando dai batteri che colorano la neve di rosso, al super faro italiano issato durante la grande guerra  fin sulla cima della “Grande” delle “Tre Cime”, fino alla triste fine del povero “Sepp Innerkofler” per mano di un valoroso alpino italiano “Piero De Luca” lì, sul Monte Paterno.

 


Dopo la sessione di WikiLut, scendiamo  per la Val Rienza, sorpassiamo alla grande, rallentiamo solo nei tratti simil piano, ho ancora un leggerissimo fastidio ad anca e ginocchio destro ma non ci faccio caso, sbuchiamo al lago di Landro, ce la camminiamo per 5km tranquilli fino al ristoro di Cimabanche, lungo la ciclabile in cui c’è ancora chi sprezzatamente prova a sorpassarci, Claudio annota i numeri di pettorale di chi “osa”, dove non scorgiamo il numero, scriviamo il cognome scritto sullo zaino… “Ma quanta gente fa di cognome “Salomon”mi  dico io?

 Io Maurizio e Lorenzo

Sulla successiva stupenda salita di Forcella Lerosa facciamo strage dei signori "Salomon" - "Raidlight" e dei "Kalenji"  (bianchissimi e numerosissimi Keniani) ,in discesa verso Malga Rastua raggiungiamo uno stato di “Flow” impensabile, le gambe vanno da sole, il respiro si fa leggero e la mente vola…


75km, percepiti 30, sto da Dio, minestra, sali, crostata e via, ci preoccupiamo di un trailer che ciondola in maniera vistosa ma ci dice di non preoccuparci e che gli gira la testa da 20 km… 

1361m inizia la “Val Travenanzes”  croce e delizia della LUT 11km di salita 1000m D+, il sentiero sale a tratti deciso, mando un sms a mia moglie: “80km iniziata la Val Travenanzes, al momento sono inarrestabile” (viva l’umiltà) Claudio si attarda di qualche metro e al successivo scambio di sguardi, mi dice “Vai Vai”, neve da una parte, fiume rimbombante dall’altra, sorpasso di continuo, c’è da guadare 3 volte il fiume con l’acqua fino al ginocchio, davanti a me qualcuno di un altro mondo si ferma e si toglie le scarpe per non bagnarle “ MA STIAMO SCHERZANDO???” io ci entro a bomba, yahooo!!!


Gli ultimi 300m D+ per scollinare a Col dei Bos sono infiniti, paesaggio lunare, sassi solo sassi, al valico fa freddissimo, ci offrono della cocacola fredda, preferisco vivere e scendere ai 95km di Col Gallina nei pressi di Passo San Pellegrino… altro sms a casa “95°km sono travolgente”


La successiva salita al Rifugio Averau è odiosa, si sale di continuo fiancheggiando il massiccio omonimo, d’innanzi a noi fa capolino un rifugio ma non è il “nostro” rifugio, sorpasso gente davvero in difficoltà, provo a spronarli e fargli capire che mancano “solo” 24 km, al rifugio mi bevo un signor Thè, ci saranno 3-4° nebbia e vento che ulula, i volontari ci invitano a ripartire, ci dicono “200m e siete giù al Giau” 2,5 km per la precisione, mi lascio alle spalle l’ultimo cancello orario, l’ultima salita seria ci attende, “Forcella Giau” di per sé nulla di chè, il problema è ciò che hai passato per arrivare fino a qui… neve molta neve, tonnellate di fango, sempre in spinta, scollino, mi lancio in discesa verso “l’Ambrizzola”, altri sorpassi, di gambe sto Dio, il tibiale destro ad ogni passo da segno della sua sofferenza, qualche minuto e Forcella Ambrizzola mi spalanca le porte della “Conca Ampezzana”, 13km all’arrivo, mando un sms a Taglia con scritto “Tra un ora rivo” la discesa fino al Rifugio "Croda Da Lago” è stupenda, la corro in stile “Discesa dal Summano con Fulmine #ComeNonCiFosseUnDomani” voglio sentire dolore alle gambe, com’è possibile?, ho cento e passa km sui piedi e in discesa devo urlare”Pista Pista” per non investire qualcuno…  incredibile, devo chiedere a mia madre che droga mi ha messo nella torta!!! 


 Rifugio, ho fretta, riempio la borraccia di Sali senza bere e mangiare nulla, voglio la birra, quella del chioschetto del traguardo, apro il gas a canna nel bosco, un paio di volontari mi informano che mancano solo 5km e che il prossimo è brutto e scivoloso…. “Grazie ragazzi” “frega un ca@@o, degrigno tra i denti” 200m dopo mi fermo un attimo, na tipa 10m avanti a me ha tirato na mina con “doppio avvitamento carpiato raccolto all’indietro”, fortunatamente se la ride, mi fa segno che sta bene….magie delle endorfine…


Provo ad aspettarla un attimo ma è lenta, va almeno a 4:30 al km, in discesa? Non esiste, ciao ciccia, Cortina si accende nel fondo valle,  voglio arrivare senza accendere la frontale, anzi no, nel fitto bosco è buio, provo a estrarla dalla tasca posteriore mentre corro ma la annodo in maniera indistricabile.


Termina il bosco di “Gioa”  (dei fisioterapisti che lavorano il giorno dopo), arriva l’asfalto, consto con piacere che il percorso finale è stato modificato rispetto a due anni fa…. Quello si ragazzi era una vera mer@a credetemi… 


Sono da poco passate le 21 e c'è ancora movimento anche a Mortisa appena fuori Cortina, la gente applaude, ti spinge a parole, ringrazio tutti con un cenno della mano, un sacco di pensieri e un paccone di emozione arrivano a prendermi per mano, da 2km non sorpasso nessuno e spesso mi fermo a controllare che ci siano balise lì intorno,  breve salita prima di Corso Italia,  200m innanzi a me, due se la stanno raccontando, mi vedono, se la corricchiano, io cammino, sento nettamente che l’adrenalina sta caricando a mille ogni cellula del mio corpo, i due spariscono dopo la curva, 20 secondi e curvo anch’io, una coppia di età avanzata mi applaude e mi incita come se fossi figlio loro e… PAUSA!





Ok Ok, mettetemi chiunque, ma se mi mettete al traguardo anziani e bambini che gridano ed applaudono è doping psicologico, è un attimo, scalo mentalmente 3 marce, i tipi si voltano per controllare la mia effettiva lontananza, 300m all’arrivo, sfriziono un attimo, sono prontissimo, ho la reattività di un centometrista sui blocchi di partenza, quando la testa finisce di dire “Ora” sono già a cannone, ma no, non è un allungo, è uno scatto violento, 22ore  40 minuti e 35 secondi, VOLO, gli applausi si fanno musica al di là delle transenne, uno mi dice ”vai vai che forse li prendi” io non ho dubbi, me li mangio interi quei due, zaino scarpe & Co. 100m, in 40 metri gli sono alle calcagna, do  una sculacciata ad uno dei due urlandogli un “E Andiamo!!!!!!"  Delirio puro, do il 5 all’amico Aldo, capisco poco o nulla, taglio il traguardo, do il 5 a Cristina, 10m e abbraccio il grande Taglia, rimasto lì ad attendermi con tutti gli altri amici… 

 

Non ho ricordi di gare così poco sofferte in vita mia, deve esserci stato uno strano incrocio di combinazioni astrali, alimentari, fisiche coadiuvate ad una dose esagerata di c@@o perché tutto ciò si compisse in maniera pressochè perfetta.

Ai più può sembrare una grande impresa (Crono a parte) ma se è vero che al mondo esistono solo 3 grandi cose, Una Montagna, Il Cielo e Una Persona Motivata… oggi Cortina traboccava davvero di “Grandi Cose”e poi, in fondo in fondo, per terminare un Ultratrail, servono solo allenamento, e tanta perseveranza, per tutto il resto…

 “Non è necessario  essere veloci, basta solo non aver paura di niente”

 

MEMENTO AUDERE SEMPER... RICORDA DI OSARE SEMPRE

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